Translations (En.-It.)
giugno 2006
Domanda: Ed ora persino Saddam Hussein, che ha torturato milioni di persone, si sta lamentando che è stato torturato quando era in carcere. Quindi dove andremo a finire per ciò che riguarda la tortura? I terroristi possono torturare gli innocenti ma quando vengono catturati si lamentano della tortura.
Mr. McClellan: bene, prima di tutto penso che questa sia una delle cose più assurde che io abbia sentito dire da Saddam Hussein di recente. Lo stanno trattando in maniera del tutto opposta rispetto a come il suo regime trattava quelli che lui imprigionava e torturava semplicemente per aver espresso la loro opinione. Io non condivido tutto ciò. Questo è stato un anno di grande realizzazione all’estero e in patria. Abbiamo contribuito ad incrementare la libertà in tutto il mondo che è direttamente connessa alla nostra sicurezza per le generazioni future. Abbiamo compiuto grossi progressi nella guerra al terrorismo ma dobbiamo continuare a lavorare per aumentare la libertà e la democrazia. Ci siamo mossi per aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno.
by Arrigo D’Alessandro
giugno 2006
domanda: Ed ora persino Saddam Hussein che ha torturato milioni di persone, si lamenta di essere stato torturato durante la detenzione. Così, partendo da questo punto, dove andremo a finire per quanto concerne la tortura? I terroristi possono torturare gli innocenti, ma quando sono loro ad essere catturati, allora si lamentano della tortura.
Mr. McClellan: Bene, prima di tutto, penso che questa sia una delle cose più assurde che abbia sentito di recente da Saddam Hussein. Lo si sta trattando nel modo esattamente opposto a come il suo regime ha trattato coloro che egli ha imprigionato e torturato, semplicemente per aver espresso le proprie opinioni. E dunque, io rifiuto tutto ciò. All’estero e in patria questo è stato un anno di risultati significativi. Abbiamo contribuito a sostenere il cammino della libertà nel mondo che è direttamente collegato alla nostra stessa sicurezza per le generazioni a venire. Abbiamo realizzato notevoli progressi nella lotta al terrorismo, ma dobbiamo continuare a lavorare per portare avanti la libertà e la democrazia. Ci siamo mossi in aiuto di coloro che ne hanno bisogno.
by Fabrizia Settembrino
luglio 2006
“Se siete interessati ad un reale processo di pace in Medio Oriente dovrebbe essere permesso al popolo palestinese di esprimersi alle urne e di dare le loro opinioni nello scenario pubblico. Ci deve essere libertà di stampa. In altre parole, ci deve essere una reale democrazia affinché ci sia la pace in Medio Oriente. Qualche settimana fa il popolo iracheno, nonostante le minacce, le violenze e le decapitazioni e tutti i tipi di atti orribili, sono andati in milioni a votare. In questo modo hanno sconfitto le azioni dei terroristi. Ogni volta che una società diventa una società libera i nostri figli e i nostri nipoti stanno meglio, perché le società libere sono società pacifiche. Le democrazie promuovono la pace, e questo è quello a cui siamo interessati. Perciò sono entusiasta e ottimista riguardo ciò che si sta facendo nel mondo, e credo che gli Stati Uniti abbiano il dovere e l’obbligo non solo dei confronti delle future generazioni americane, ma anche nei confronti della gente che vive in tirannia, e di promuovere la democrazia ovunque esista la tirannia. Ritengo che ogni anima desideri essere libera: questo è ciò che io credo”.
by Margherita Sette
settembre 2006
“E’ tragico che si siano perse così tante vite innocenti, Libanesi e Israeliani, nelle scorse settimane. Adesso dobbiamo compiere i passi necessari per garantire che ciò non si verifichi nuovamente. Le ostilità su entrambi i fronti dovrebbero cessare immediatamente ora che la Risoluzione è stata finalmente approvata da tutta la comunità internazionale. Tuttavia , continueranno ad esserci difficoltà fino a quando non sarà chiaro al governo libanese che la federazione delle forze libanesi e delle forze multinazionali dell’Onu potranno essere dispiegate efficacemente nel controllo del sud del Libano. Questo dovrebbe cominciare subito. Con questa risoluzione adottata ora, dobbiamo lavorare per affrontare le radici delle cause fondamentali di questo conflitto.
Precedentemente ho detto di credere che questo sia di fondamentale importanza non solo per gli Israeliani e Palestinesi ma per tutto il mondo. È mia intenzione visitare prossimamente la zona, in particolare l’Israele e la Palestina, e di interpellare coloro che vivono li e certamente anche i membri del Quartetto.”
by Fabrizia Settembrino
La scorsa settimana Papa Benedetto XVI ha perseguito una delle più difficili missioni diplomatiche che siano mai state intraprese da un Papa.
“Non sei gradito! Non venire! Non causare tensioni!” gridava un titolo del più rumoroso giornale Islamico della Turchia, Vakit, alla vigilia della visita papale in Turchia. Nel caso in cui non fosse ancora chiara la differenza teologica tra le due più diffuse fedi monoteistiche del mondo, i partecipanti a una protesta anti-papale tenevano alto un manifesto che spiegava: per i musulmani, Gesù Cristo non è il figlio di Dio, è un profeta dell’Islam. I turchi più moderati – la maggioranza – erano imbarazzati dal caos creato dai loro pii compatrioti, ma qualcuno era ancora risentito della visita del Papa perché ha dato alle teste calde una perfetta opportunità per farsi sentire.
In questo sfondo tetro, gli incontri tra il Papa e i leader Turchi, laici e religiosi, hanno portato sospiri di sollievo ovunque.
La scorsa settimana, Benedetto XVI ha compiuto una delle missioni diplomatiche più difficili mai intraprese da un papa.
“Non sei desiderato! Non venire! Non causare tensione!” gridava una testata del giornale islamista più rumoroso della Turchia, Vakit, alla vigilia della visita del papa in Turchia. Nel caso in cui qualcuno fosse confuso riguardo le differenze teologiche tra le due più grandi fedi monoteistiche del mondo, i partecipanti alla protesta antipapale hanno eretto un cartello che spiegava chiaramente: per i musulmani, Gesù Cristo non è il figlio di Dio, è un profeta dell’Islam. I turchi più moderati – la grande maggioranza – erano imbarazzati dal clamore dei compatrioti devoti, ma alcuni si sono indignati per la visita del papa in quanto ha dato alle teste calde l’opportunità di lamentarsene. Contrariamente a questo spiacevole sfondo, gli incontri tra il papa e i leader turchi, laici e religiosi, hanno portato sospiri di sollievo in tutto il mondo.
by Fabrizia Settembrino
gennaio 2008
“Elettori d'America, ben fatto: siete meno razzisti (o sessisti) di quanto pensino gli europei. Ma per piacere, questa volta provate a scegliere un presidente competente.”
Queste parole rispecchiano molte reazioni europee al duello tra Barack Obama e Hillary Clinton per la candidatura democratica nelle elezioni presidenziali di quest’anno. Alcuni europei hanno un debole per John McCain.
Un giornale francese, Libération, ha detto che l'arrivo nella Casa Bianca di “un uomo nero, sposato con una donna nera, con una famiglia nera” sarebbe un atto di “conciliazione” che ridarebbe un’immagine positiva ad un'America detestata in ogni angolo del pianeta”. Un giornale tedesco, Bild, ha scritto su Obama: “Questo nero americano diventerà il nuovo Kennedy”. In Spagna El Pais ha scritto: “la questione è se gli Stati Uniti sono pronti per un presidente che è nero,una donna,un ministro protestante,un mormone o un cattolico.
Obama, diversamente dalla Clinton, si è sempre opposto alla guerra in Iraq. Entrambi i candidati prendono posizione sui cambiamenti climatici e entrambi sono propensi alla chiusura del campo di detenzione in Guantànamo.
by Mariagrazia Di Domenico