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Translations (En.-It.)

 

giugno 2006
Domanda: Ed ora persino Saddam Hussein, che ha torturato milioni di persone, si sta lamentando che è stato torturato quando era in carcere. Quindi dove andremo a finire per ciò che riguarda la tortura? I terroristi possono torturare gli innocenti ma quando vengono catturati si lamentano della tortura.
Mr. McClellan: bene, prima di tutto penso che questa sia una delle cose più assurde che io abbia sentito dire da Saddam Hussein di recente. Lo stanno trattando in maniera del tutto opposta rispetto a come il suo regime trattava quelli che lui imprigionava e torturava semplicemente per aver espresso la loro opinione. Io non condivido tutto ciò. Questo è stato un anno di grande realizzazione all’estero e in patria. Abbiamo contribuito ad incrementare la libertà in tutto il mondo che è direttamente connessa alla nostra sicurezza per le generazioni future. Abbiamo compiuto grossi progressi nella guerra al terrorismo ma dobbiamo continuare a lavorare per aumentare la libertà e la democrazia. Ci siamo mossi per aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno.
by Arrigo D’Alessandro
 
 
 
 
giugno 2006
domanda: Ed ora persino Saddam Hussein che ha torturato milioni di persone, si lamenta di essere stato torturato durante la detenzione. Così, partendo da questo punto, dove andremo a finire per quanto concerne la tortura? I terroristi possono torturare gli innocenti, ma quando sono loro ad essere catturati, allora si lamentano della tortura.
Mr. McClellan: Bene, prima di tutto, penso che questa sia una delle cose più assurde che abbia sentito di recente da Saddam Hussein. Lo si sta trattando nel modo esattamente opposto a come il suo regime ha trattato coloro che egli ha imprigionato e torturato, semplicemente per aver espresso le proprie opinioni. E dunque, io rifiuto tutto ciò. All’estero e in patria questo è stato un anno di risultati significativi. Abbiamo contribuito a sostenere il cammino della libertà nel mondo che è direttamente collegato alla nostra stessa sicurezza per le generazioni a venire. Abbiamo realizzato notevoli progressi nella lotta al terrorismo, ma dobbiamo continuare a lavorare per portare avanti la libertà e la democrazia. Ci siamo mossi in aiuto di coloro che ne hanno bisogno.
by Fabrizia Settembrino  
 
 
luglio 2006
“Se siete interessati ad un reale processo di pace in Medio Oriente dovrebbe essere permesso al popolo palestinese di esprimersi alle urne e di dare le loro opinioni nello scenario pubblico. Ci deve essere libertà di stampa. In altre parole, ci deve essere una reale democrazia affinché ci sia la pace in Medio Oriente. Qualche settimana fa il popolo iracheno, nonostante le minacce, le violenze e le decapitazioni e tutti i tipi di atti orribili, sono andati in milioni a votare. In questo modo hanno sconfitto le azioni dei terroristi. Ogni volta che una società diventa una società libera i nostri figli e i nostri nipoti stanno meglio, perché le società libere sono società pacifiche. Le democrazie promuovono la pace, e questo è quello a cui siamo interessati. Perciò sono entusiasta e ottimista riguardo ciò che si sta facendo nel mondo, e credo che gli Stati Uniti abbiano il dovere e l’obbligo non solo dei confronti delle future generazioni americane, ma anche nei confronti della gente che vive in tirannia, e di promuovere la democrazia ovunque esista la tirannia. Ritengo che ogni anima desideri essere libera: questo è ciò che io credo”.
by Margherita Sette
 
 
 
 
 
settembre 2006
 “E’ tragico che si siano perse così tante vite innocenti, Libanesi e Israeliani, nelle scorse settimane. Adesso dobbiamo compiere i passi necessari per garantire che ciò non si verifichi nuovamente. Le ostilità su entrambi i fronti dovrebbero cessare immediatamente ora che la Risoluzione è stata  finalmente approvata da tutta la comunità internazionale. Tuttavia , continueranno ad esserci difficoltà fino a quando non sarà chiaro al governo libanese che la federazione delle forze libanesi e delle forze multinazionali dell’Onu potranno essere dispiegate efficacemente nel controllo del sud del Libano. Questo dovrebbe cominciare subito. Con questa risoluzione adottata ora, dobbiamo lavorare per affrontare le radici delle cause fondamentali di questo conflitto.
Precedentemente ho detto di credere che questo sia di fondamentale importanza non solo per gli Israeliani e Palestinesi ma per tutto il mondo. È mia intenzione visitare prossimamente la zona, in particolare l’Israele e la Palestina, e di interpellare coloro che vivono li e certamente anche i membri del Quartetto.”
by Fabrizia Settembrino  
 
 
dicembre 2006
La scorsa settimana Papa Benedetto XVI ha perseguito una delle più difficili missioni diplomatiche che siano mai state intraprese da un Papa.
“Non sei gradito! Non venire! Non causare tensioni!” gridava un titolo del più rumoroso giornale Islamico della Turchia, Vakit, alla vigilia della visita papale in Turchia. Nel caso in cui non fosse ancora chiara la differenza teologica tra le due più diffuse fedi monoteistiche del mondo, i partecipanti a una protesta anti-papale tenevano alto un manifesto che spiegava: per i musulmani, Gesù Cristo non è il figlio di Dio, è un profeta dell’Islam. I turchi più moderati – la maggioranza – erano imbarazzati dal caos creato dai loro pii compatrioti, ma qualcuno era ancora risentito della visita del Papa perché ha dato alle teste calde una perfetta opportunità per farsi sentire.
In questo sfondo tetro, gli incontri tra il Papa e i leader Turchi, laici e religiosi, hanno portato sospiri di sollievo ovunque.
by Francesco Cecalupo
 
 
La scorsa settimana, Benedetto XVI ha compiuto una delle missioni diplomatiche più difficili mai intraprese da un papa.
“Non sei desiderato! Non venire! Non causare tensione!” gridava una testata del giornale islamista più rumoroso della Turchia, Vakit, alla vigilia della visita del papa in Turchia. Nel caso in cui qualcuno fosse confuso riguardo le differenze teologiche tra le due più grandi fedi monoteistiche del mondo, i partecipanti alla protesta antipapale hanno eretto un cartello che spiegava chiaramente: per i musulmani, Gesù Cristo non è il figlio di Dio, è un profeta dell’Islam. I turchi più moderati – la grande maggioranza – erano imbarazzati dal clamore dei compatrioti devoti, ma alcuni si sono indignati per la visita del papa in quanto ha dato alle teste calde l’opportunità di lamentarsene. Contrariamente a questo spiacevole sfondo, gli incontri tra il papa e i leader turchi, laici e religiosi, hanno portato sospiri di sollievo in tutto il mondo.
by Fabrizia Settembrino  
 
 
gennaio 2007
I politici di Bruxelles dicono che le lingue sono un’espressione dell’unità, nella diversità, dell’Unione Europea.
Ciò che loro raramente ammettono è che le lingue sono un costoso grattacapo. Ora, il numero delle lingue ufficiali in Unione Europea è cresciuto da 20 a 23, con l’aggiunta il 1 Gennaio 2007 del rumeno, del bulgaro e dell’irlandese.
La Bulgaria e la Romania hanno appena aderito all’Unione, ma è meno chiaro il motivo per cui l’irlandese si sta aggiungendo alla lista.
Sebbene sia una lingua ufficiale dell’Irlanda, parlata solo da una minoranza che il governo irlandese ha deciso di non usare quando è entrato nell’Unione nel 1973.
Il governo ha ammesso che meno della metà della popolazione la parla e in realtà un mero 5% la usa. Ma Charlie Mc Creevy, il commissario europeo dell’Irlanda, insiste che ciò è fondamentale per l’identità culturale dell’Irlanda.
Nel 2005, l’Unione ha speso circa 1,1 miliardi di euro (1,4 miliardi di dollari) in traduzioni ed interpretariato.
Circa 20 anni fu ufficiosamente concordato che l’inglese, il francese e il tedesco sarebbero state le lingue più utilizzate dalla Commissione Europea.
by Margherita Sette e Valeria Notarnicola
 
 
marzo 2007
Angela Merkel, il cancelliere tedesco, ha dichiarato che utilizzerà i suoi 6 mesi alla presidenza dell’Unione Europea, cominciati il primo Gennaio, per far riprendere il processo per fare approvare la costituzione europea. Ma non sappiamo cosa accadrà nelle prossime elezioni in Francia e Gran Bretagna: cosa accadrebbe se Nicolas Sarkozy vincesse le elezioni presidenziali francesi la prossima primavera? Egli ha già affermato che farà una campagna per un “mini-trattato” così è stato definito( una versione concisa della costituzione).
Ma cosa accadrebbe se il candidato socialista, Ségolène Royal, vincesse? Il suo partito è completamente spaccato per quanto riguardo la Costituzione. Un simile ostacolo esiste in Gran Bretagna.
Dalla metà del 2007, è probabile Tony Blair lasci il suo incarico di primo ministro per essere sostituito da Gordon Brown.
I tedeschi sperano che Brown, così come Sarkozy, sia pronto a spingere il nuovo trattato direttament dal parlamento, senza un referendum. E’ probabile che Brown trovi impossibile resistere alle pressioni da parte della stampa e dell’opinione pubblica riguardo il referendum – come ha fatto Blair.
Come la Royal, l’ultima cosa che vorrebbe nel prendere il suo nuovo incarico di lavoro è una grande crisi riguardo l’ Europa.
by Margherita Sette e Arrigo D’Alessandro
 
 
giugno 2007
“Il popolo francese ha scelto il cambiamento ed è un cambiamento che voglio realizzare”. Così ha dichiarato Nicolas Sarkozy nel suo discorso d’insediamento il 6 maggio, poco dopo che il candidato gollista è stato eletto, il nuovo presidente della Francia, da un decisivo 53% dei voti.
A 52 anni, Sarkozy sarà il primo presidente nato dopo la Seconda Guerra Mondiale; il primo presidente gollista che non ha mai prestato servizio nel governo dopo Charles De Gaulle stesso; il primo presidente gollista da Pompidou che non si è laureato presso l’elitaria École Nationale d’Admistration e il primo presidente il cui padre (un immigrante ungherese) non era francese.
I primi mesi della presidenza saranno segnati da un “tourbillon” di attività.
E’ molto probabile che Sarkozy vada a Berlino per il suo primo viaggio estero, per ravvivare l’alleanza franco-tedesca e consolidare il suo legame con Angela Merkel, il cancelliere tedesco.
Inoltre andrà a Bruxelles per mostrare che, dopo il rifiuto francese della costituzione dell’Unione Europea, la Francia è “ora è nuovamente sulla scena europea. Gli incontri esteri già affollano la sua agenda: il summit del G8 ai primi di giugno, in Germania, il Concilio Europeo alla fine del mese, a Bruxelles; e in Africa, prossimamente.
by Margherita Sette e Arrigo D’Alessandro
 
 
luglio 2007
E' sicuramente una stranezza americana che, dopo la peggiore sparatoria di massa nella storia del paese, alcuni stanno già dicendo che tali orrori sarebbero meno probabili se fosse più facile possedere e potare con sé le armi. Gli americani amano le armi. Il secondo emendamento della costituzione, dopo la libertà di parola, di religione, di riunione e di stampa, è proprio il diritto di possedere armi. Ciò è parte della religione nazionale.
La International Action Network on Small Arms (IANSA), un gruppo attivista, dal 1996 conta in America 41 sparatorie all'interno delle scuole, che hanno provocato 110 morti, incluse quelle in Virginia lo scorso aprile. IANSA prende anche in considerazione le sparatorie nelle scuole di altre 80 nazioni. Mettendo da parte la strage di Beslan in Russi, commessa da un gruppo terroristico organizzato, le sparatorie nelle scuole in tutti gli altri paesi rivendicano solo 59 vittime. L'America possiede 200 milioni di armi da fuoco, metà del totale globale posseduto da privati. L'indice di omicidi commessi con arma da fuoco in America è di 30 volte superiore all'Inghilterra e al Galles, per esempio. Cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione in America?
Dopo le sparatorie di lunedì 16 aprile in Virginia, un blogger conservatore citava uno storico militare romano, suggerendo che “se vuoi la pace, preparati la guerra” (si vis pacem, para bellum). Altri hanno detto: “Una società armata è una società educata”.
by Angela Giordano
 
 
 dicembre 2007
Lo scorso ottobre la Commissione Europea ha lanciato un programma per fornire “una carta blu„ (sì, dal colore della bandiera) per aiutare i potenziali emigranti e le loro famiglie con adeguate offerte di lavoro, ad entrare in Europa più velocemente. Una volta entrati, gli intestatari della card potrebbero cambiare lavoro, andare e venire dall'UE e, dopo un po’ di tempo, muoversi liberamente fra i paesi. Sebbene valida, inizialmente, per appena due anni, la card inoltre renderebbe più semplice ottenere la residenza a lungo termine. “Stiamo provando a rendere l’Europa un po'più competitiva”, dice l’Onorevole Frattini.
Tutto buono in teoria, ma non aspettatevi una grande minaccia alla carta verde dell'America (in realtà rosa). Per cominciare, molti governi europei sono gelosi del loro controllo di politiche migratorie e resisteranno ad ogni sforzo di armonizzazione da parte di Bruxelles. Tutti prevediamo i possibili veti tedeschi o britannici e probabilmente le persone più di talento (particolarmente coloro che parlano inglese) useranno il loro ingegno per cercare lavoro altrove.
by Mariarosa Cioce
 
gennaio 2008
“Elettori d'America, ben fatto: siete meno razzisti (o sessisti) di quanto pensino gli europei. Ma per piacere, questa volta provate a scegliere un presidente competente.”
Queste parole rispecchiano molte reazioni europee al duello tra Barack Obama e Hillary Clinton per la candidatura democratica nelle elezioni presidenziali di quest’anno. Alcuni europei hanno un debole per John McCain.
Un giornale francese, Libération, ha detto che l'arrivo nella Casa Bianca di “un uomo nero, sposato con una donna nera, con una famiglia nera” sarebbe un atto di “conciliazione” che ridarebbe un’immagine positiva ad un'America detestata in ogni angolo del pianeta”. Un giornale tedesco, Bild, ha scritto su Obama: “Questo nero americano diventerà il nuovo Kennedy”. In Spagna El Pais ha scritto: “la questione è se gli Stati Uniti sono pronti per un presidente che è nero,una donna,un ministro protestante,un mormone o un cattolico.
Obama, diversamente dalla Clinton, si è sempre opposto alla guerra in Iraq. Entrambi i candidati prendono posizione sui cambiamenti climatici e entrambi sono propensi alla chiusura del campo di detenzione in Guantànamo.
by Mariagrazia Di Domenico
 
 
 
febbraio 2008
Dopo la caduta del governo di centro-sinistra di Romano Prodi, che non ha ottenuto il voto di fiducia al Senato il 24 gennaio, l’Italia ha un parlamento appeso. C’è una maggioranza di centro-sinistra nella camera bassa, la Camera dei Deputati. Ma il voto di fiducia che ha fatto traballare venti mesi di amministrazione Prodi ha dimostrato di avere quattro voti in meno rispetto alla maggioranza necessaria al Senato. La risposta naturale in queste circostanze sarebbe andare nuovamente al voto. Questo è certamente ciò che Silvio Berlusconi, il leader dell’opposizione di centro destra sta chiedendo – a gran voce.
Tuttavia, dopo quattro giorni dalle consultazioni politiche, il 30 gennaio il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ha annunciato che egli avrebbe chiesto al Presidente del Senato Franco Marini di guidare un governo ad interim. La sua decisione è un colpo basso per le speranze di Berlusconi di riacquistare rapidamente il potere perso nell’aprile 2006. Marini ha ammesso questa settimana che ‘l’impresa non sarebbe stata semplice’.
by Loredana Netti, Arrigo D’Alessandro
 
 
marzo 2008
Thomas Jefferson una volta ha detto, parlando della schiavitù, che l’America stava tenendo un lupo per le orecchie: non poteva né continuare a fare così né poteva permettersi di andare avanti.
Qualcosa di simile si potrebbe dire riguardo il ruolo dell’America in Iraq, cinque anni dopo l’invasione americana iniziata nel marzo 2003. Qualunque siano le promesse dei tre candidati che sono rimasti a contendersi la presidenza – John McCain, Barak Obama e Hillary Clinton – il problema dell’Iraq sarà dolente e sanguinoso.
Circa 158.000 soldati americani sono in Iraq in questo momento, ma si suppone che diminuiranno a 140.000 questa estate. I livelli delle truppe sono un grosso problema per i tre candidati. Sia Obama che la Clinton parlano di ritirare le truppe dall’Iraq e Obama si oppone alla maggior parte di coloro (come i suoi rivali democratici) che autorizzarono l’invasione sin dall’inizio. A molti elettori piace la sua istanza antiguerra; la sua promessa di porre fine alla guerra è anche molto popolare. Dice di voler ritirare le truppe entro la fine del 2009.
Il 17 marzo, la Clinton ha dato un discorso politico sull’ Iraq. Lei anche sostiene di ritirare una od ue truppe ogni mese.
McCain ha visitato l’Iraq la scorsa settimana cogliendo l’occasione per dimostrare il suo interesse per gli affari esteri.
Il prossimo Presidente entrerà in carica tra meno di un anno e centinaia di soldati americani morirà nel frattempo (e migliaia di iracheni). Per allora, la guerra si starà per avvicinare al suo sesto anniversario. 
by Loredana Netti, Arrigo D’Alessandro, Margherita Sette
 
 
 
Le esecuzioni di massa sono frequenti in Cina, dove migliaia di persone sono condannate a morte ogni anno. Alcune esecuzioni sono pubbliche. La maggior parte si svolgono in luoghi nascosti dopo che i prigionieri sono stati fatti sfilare per le strade nei cassoni dei camion.
Le autorità cinesi usano molto la pena di morte per creare paura. La paura dovrebbe fermare i crimini. Non lo fa. Eppure, vengono giustiziate più persone in un anno in Cina che in tutto il resto del mondo. In molti casi, la pena di morte viene applicata arbitrariamente senza garanzie contro errori giudiziari. La Cina continua ad allargare il numero di reati per cui è prevista la pena di morte. A tutt'oggi, 68 reati sono punibili con la morte, e sempre più persone vengono giustiziate per crimini non violenti. Gli standard internazionali stabiliscono che la pena di morte dovrebbe essere applicata solo in caso di "crimini molto gravi".
 
 
Mass executions are frequent in China, where thousands of people are sentenced to death every year. Some executions are public. The majority of them are carried out in hidden locations after the prisoners have been paraded through the streets in truck caissons. Chinese authorities use the death penalty very frequently to create fear. The fear should stop the crime. Nevertheless, this doesn't happen. Yet, more people are executed in China than in the rest of world. The death penalty is applied without guarantees against legal mistakes. In many cases the application is arbitrary. China keeps on enlarging the number of crimes for which the death penalty is provided. To date, 68 crimes are punished with death, and more and more people are executed for not very violent crimes. International standards establish that the death penalty should be carried out only for "very serious crimes".
by Silvia Muscatelli
 
 
 
from Black America
Yes, say the pessimists, but the gap between what blacks and whites earn and what they learn, which narrowed steadily between the 1940s and the late 1980s, has more or less frozen since then. Academically, black children at 17 perform no better than a white 13-year-old. Blacks die, on average, five years earlier than whites. And though the black middle class has grown immensely, many blacks are still stuck in nearly jobless ghettos.
Why do blacks lag behind whites in school? Are blacks genetically predisposed to be less intelligent than whites? Blacks score worse than whites on intelligence tests. Mr Fryer, a black Economics Professor at Harvard, looked at data from new tests on very young children. At eight months to a year, he found almost no racial gap, and that gap disappeared entirely when he added controls for such things as low birth weight.
If the gap is absent in babies, this suggests it is caused by environmental factors, which can presumably be fixed. But first they must be identified. Do black children need better nutrition? More stimulation in the home? Better schools? Probably all these things matter, but how much? “I don't know,” says Mr Fryer. It is a phrase that, to his credit, he uses often.
 
  
 
 
 
from “BLACK AMERICA”
Barack Obama's success shows that the ceiling has risen for African-Americans. But many are still too close to the floor.
Why are African-Americans so much less prosperous than whites? Why do so many black children flounder in school? Why do so many young black men languish behind bars?
Black and white Americans tend to produce different answers to these questions, and there is also heated disagreement within both groups. Some blacks think their glass is three-quarters full; others think it three-quarters empty. Optimists can point to obvious improvements. Little more than four decades ago, blacks in the South could not vote. This year, a black man may be elected president. Under segregation, southern blacks were barred from white schools, neighbourhoods and opportunities. Now, racial discrimination is both illegal and taboo. Blacks have pierced nearly every glass ceiling. The secretary of state, the boss of American Express and the country's most popular entertainer (Oprah Winfrey) are all black. Bill Cosby, a veteran comedian, tours the country urging blacks to concentrate on improving themselves: to study hard, to work hard and—especially—to shun the culture of despair that grips the ghetto.
 
 
Il successo di Barack Obama dimostra che il tetto si è alzato per gli Afro-Americani. Ma molti sono ancora sotto il pavimento.
Perché gli Afro-Americani sono così tanto meno prosperosi dei bianchi? Perché così tanti bambini neri sono in difficoltà a scuola? Perché così tanti giovani neri languiscono dietro le sbarre?
Gli Americani bianchi e neri tendono a dare risposte differenti a queste domande, e c’è anche un acceso disaccordo all’interno di entrambi i gruppi. Alcuni neri pensano che il loro bicchiere sia “tre-quarti pieno”; altri pensano che esso sia “tre-quarti vuoto”. Gli ottimisti possono indicare gli evidenti miglioramenti. Poco più di quarant’anni fa, i neri del Sud non potevano votare. Quest’anno un uomo nero può essere eletto presidente. Sotto la segregazione razziale, i neri del Sud erano esclusi dalle scuole dei bianchi , dai quartieri e dalle opportunità. Ora, la discriminazione razziale è sia illegale che taboo. I neri hanno bucato quasi ogni soffitto di vetro. Il segretario di Stato, il capo dell’American Express e la più famosa intrattenitrice del Paese (Oprah Winfrey) sono tutti neri. Bill Cosby, un comico veterano, va in giro incoraggiando i neri a concentrarsi sul migliorare se stessi: studiare sodo, lavorare sodo e – specialmente – respingere la cultura della disperazione che colpisce il ghetto.
by Rosa Terrafino
 
 
 
Passage taken from the lessons of May 2008
In 2017, the system goes into the red, and it gets worse every year -- 2027, $200 billion; about 2030-something it's $300 billion, and eventually 2041 it's broke. And the temptation, by the way, in Washington is to say, well, gosh, that seems like a long way down the road. But 2017 is not very far down the road. I'm telling you, the system is going to be bankrupt unless we do something about it. In other words, you're working all your life, you're putting money in, and by the time it comes for you to get ready to retire, there's nothing there. That's a problem, folks, and it requires a solution, requires people to come together to make this work. And so my strategy has been, one, travel around the country, explain to the American people we have a problem. And they now understand we have a problem.
 
 
Nel 2017, il sistema andrà in rosso, e andrà peggio ogni anno – nel 2027, 200 miliardi di dollari; nel 2030 qualcosa come 300 miliardi di dollari, e poi alla fine del 2041 il sistema andrà in bancarotta. E comunque, la tentazione di Washington è di dire, bene, accipicchia, sembra essere molto lontano, ma il 2017 non è poi così lontano. Vi sto avvisando, il sistema andrà in bancarotta a meno che non facciamo qualcosa. In altre parole, voi lavorate tutta la vita, mettete soldi da parte, e quando poi siete pronti ad andare in pensione, non c’è più nulla. È un problema, signori miei, e richiede una soluzione, richiede che la gente lavori insieme per far si che questo funzioni. E la mia strategia è stata, innanzitutto viaggiare in tutto il paese, spiegando al popolo americano che abbiamo un problema. E loro ora comprendono che abbiamo un problema.
by Loredana Netti
 
 
 
Passage taken from the lessons of May 2008
Over 40 percent of the voters in that October day were women voters; girls are now going to school; women entrepreneurs are opening businesses. You can't have a free society unless women are full participants in the society. And so Mr. President, thank you for your leadership. We're looking forward to watching and helping make sure these elections go forward in a peaceful -- peaceful manner.
Più del 40% degli elettori quel giorno di ottobre erano donne; le ragazze adesso vanno a scuola, le donne imprenditrici stanno aprendo nuove attività. Noi non possiamo avere una società libera a meno che le donne non partecipano del tutto alla società. E quindi, Signor Presidente, grazie per la sua leadership. Non vediamo l’ora di aiutarla a far sì che queste elezioni avanzino in modo – in un modo pacifico.
by Loredana Netti
 
 
 
The agony of Gordon Brown
Britain's prime minister is paying sorely for his mistakes. Is he doomed?
WOULD the Labour Party really consider foisting a second unelected prime minister on Britain? Apparently so. Less than a year after Gordon Brown succeeded Tony Blair, the idea of installing a third front man has become thinkable for some of his erstwhile supporters. That it has come to this reflects the astonishing speed of Mr Brown's fall.
Last summer, when the prime minister handled a series of minor crises reasonably competently, he seemed able to turn floodwaters into wine. His long, scheming wait for the top job appeared to have been triumphantly vindicated. Yet in the local elections on May 1st, Labour recorded its worst result in living memory, including the loss of London's mayoralty to the Conservatives. Mr Brown's personal rating has plunged even more violently. His apotheosis, it now seems, has led only to agony. As a result, some Labour MPs are conducting a campaign against him that is likely to damage not only their leader but also their party's chances of re-election.
 
 
L'agonia di Gordon Brown
Il primo ministro inglese sta pagando dolorosamente per i suoi errori. E' condannato?
Credete che il partito Laburista considererebbe di nuovo di introdurre con l’inganno un primo ministro in Gran Bretagna non eletto? Sembra di sì. A meno di un anno dopo la successione di Gordon Brown a Tony Blair, pare che l'idea di insediare un terzo rappresentante sia diventata pensabile per alcuni dei suoi sostenitori di un tempo. Che si sia arrivati a questo riflette la sorprendente velocità della caduta di Gordon Brown.
La scorsa estate, quando il primo ministro affrontò una serie di crisi minori con ragionevole competenza, sembrò che egli fosse capace di trasformare l’acqua in vino. La sua lunga attesa per raggiungere le vette del potere sembrò essere stata trionfalmente vendicata. Tuttavia, nelle elezioni amministrative del 1 maggio, il partito Laburista ha registrato il peggiore risultato mai avuto, compresa la perdita della carica di sindaco di Londra rispetto ai conservatori. L’indice di gradimento personale nei confronti di Gordon Brown è precipitato ancora più violentemente. Adesso pare che la sua apoteosi abbia portato solo all’agonia.
Di conseguenza, alcuni membri del partito Laburista stanno conducendo una campagna contro di lui che è probabile danneggi non solo il loro leader ma anche le possibilità di rielezione del partito stesso.
by Ketty Alberotanza